fonte artricolo www.porteaperteitalia.org
Il governo iraniano non sa più come arginare l’onda di malcontento e insofferenza del popolo iraniano, un’onda che si sta trasformando in uno tsunami di proporzioni difficilmente calcolabili. Il numero di morti cresce (certi che non avremo mai le cifre ufficiali), gli arresti a tappeto anche (coinvolgono persino i parenti degli oppositori politici e dei manifestanti), gli interrogatori e le cariche della polizia si fanno sempre più pesanti, il governo opprime il proprio popolo e ammonisce gli altri stati come un dittatore folle in preda al panico. Gli articoli che si leggono nei principali quotidiani mondiali parlano di un Iran in subbuglio, milioni di manifestanti, pronti a morire per cambiare le cose, una vera e propria rivoluzione che il governo cerca ostinatamente di sopprimere nel sangue e nella paura, tentando invano di restringere il flusso di informazioni cacciando la stampa internazionale e minacciando la gente comune: ma i telefonini continuano a fotografare e a riprendere e se determinati siti vengono oscurati, i giovani ne usano altri, rendendo pubblici i soprusi e le violenze delle forze dell’ordine.
Tra i più sconvolgenti è il video di Neda, una giovane manifestante uccisa da un colpo sparato dalla polizia, immagini devastanti che insieme a tutte le altre ci danno una dimensione del disastroso piano di soppressione e del vero volto del governo iraniano.
La dirompente notizia di oggi è l’ammissione da parte del Consiglio dei Guardiani di brogli elettorali addirittura in 50 distretti, ma vista la politica di alterazione della verità attuata fino ad ora, c’è da aspettarsi che si tratti della punta di un icerberg. Dal Corriere della Sera: “Il portavoce del Consiglio dei Guardiani ha però ammesso che in 50 distretti (su un totale di 366 nel Paese) hanno votato più persone rispetto a quelle iscritte nelle liste elettorali e che risultano 3 milioni di voti in più: un numero che comunque, secondo i Guardiani, non può portare a un cambiamento sostanziale dei risultati”.
E’ sempre notizia di oggi l’arresto di un giornalista canadese del Newsweek, quindi la questione acquisisce sempre più una dimensione internazionale, mentre la TV di stato iraniana ridimensiona e fa controinformazione. In tutto questo vi portiamo anche delle notizie sulla comunità cristiana iraniana. Generalmente, secondo gli osservatori, i cristiani hanno votato contro Ahmadinejad (fautore di una più attiva persecuzione nei loro confronti) e a favore di Mousavi, candidato più moderato, oggi perseguitato lui e la sua famiglia tra incarceramenti e pressioni di ogni tipo (ha comunque dichiarato di essere pronto a morire per far cadere questa tirannia…).
A quanto pare i giovani cristiani nelle città sono scesi in piazza per manifestare contro il governo e attraverso i mezzi di comunicazione più moderni (da facebook a youtube e internet in generale) stanno palesando la loro richiesta di elezioni giuste e libere. C’è da dire, però, che semmai divenisse presidente Mousavi al posto di Ahmadinejad, non ci sono garanzie che le cose migliorerebbero, poiché va ricordato che Mousavi è uno dei 4 candidati approvati dal Consiglio dei Guardiani, quindi ha ottenuto il benestare dai leader religiosi ed è stato approvato dal presente sistema islamico. Questi tumulti, però, rappresentano un avvertimento molto serio che chiunque dovrà tenere in considerazione, sia Mousavi che Ahmadinejad.